“Chi ricerca cura”: innovazione e collaborazione per un futuro più sano

L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria, attraverso il Dipartimento Attività Integrate Ricerca Innovazione (DAIRI) ha intrapreso già da tempo un percorso di crescita dedicato all’innovazione sanitaria. In questa intervista, esploreremo come la questa realtà stia lavorando per il futuro della medicina, attraverso la sinergia tra ricerca e assistenza, il potenziamento del networking, l’adozione del modello One Health. Scopriremo anche quali saranno i prossimi passi verso un’innovazione sempre più integrata e sostenibile.

1. Sul vostro profilo del catalogo l’Innovazione in mostra possiamo leggere la frase “Chi ricerca cura”. Approfondiamo meglio il concetto?

“Chi ricerca cura” rappresenta il fulcro della nostra missione come Azienda Ospedaliero – Universitaria e del nostro percorso di riconoscimento a IRCCS. Per noi, la ricerca sanitaria non è solo uno strumento di avanzamento della conoscenza, ma un vero e proprio percorso per migliorare le cure al paziente e la salute dei cittadini. A partire da questo presupposto sono state avviate e implementate nel corso degli anni le azioni per la definizione del modello organizzativo del DAIRI con la finalità di attrarre talenti e professionisti. La nostra istituzione, grazie alla sinergia tra attività assistenziale e attività di ricerca, è in grado di sviluppare e applicare innovazioni finalizzate al miglioramento della diagnosi, dei trattamenti e della gestione delle malattie. In altre parole, investire nella ricerca significa investire nella cura dei pazienti, perché l’innovazione che emerge dai laboratori del DAIRI e dalle sperimentazioni cliniche da noi condotte si traduce in migliori risultati terapeutici e in migliore qualità della vita.

2. Quali sono i prossimi passi che intendete compiere a tema innovazione?

I prossimi passi che intendiamo compiere in tema di innovazione riguardano principalmente l’integrazione sempre maggiore delle tecnologie digitali nei percorsi di cura, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e la qualità dell’assistenza ai pazienti. Stiamo investendo in progetti che possano ottimizzare la precisione diagnostica, il monitoraggio, oltre a rafforzare la personalizzazione delle terapie anche attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Un aspetto fondamentale sarà anche quello di sviluppare nuove collaborazioni con aziende e istituzioni all’avanguardia, per poter portare innovazioni concrete nel nostro sistema sanitario. Puntiamo a rimanere all’avanguardia, promuovendo soluzioni che possano migliorare la vita dei nostri pazienti e del personale sanitario.

3. Ci raccontate il vostro punto di vista sul tema networking e community, in relazione all’esperienza con bioPmed?

Per noi il networking e il fare parte di una community sono davvero cruciali, soprattutto nel settore della salute, dove collaborare con altre realtà può fare la differenza. L’esperienza con bioPmed è stata davvero preziosa, perché ci ha permesso di entrare in contatto con start-up e aziende che, come noi, vogliono innovare e trovare soluzioni migliori per i pazienti. Lavorare insieme a partner diversi ci consente di unire forze e competenze, accelerando lo sviluppo di nuove tecnologie e approcci. Essere parte di una rete come quella di bioPmed ci dà la possibilità di confrontarci e crescere, portando avanti progetti che da soli sarebbero difficili da realizzare. È un’opportunità per condividere idee e risorse, creando insieme un impatto concreto e positivo sulla sanità.

4. Qual è la vostra proposta in ottica One Health?

La nostra strategia di ricerca si concentra sull’impatto dei fattori ambientali sulla salute, promuovendo un approccio multidisciplinare in linea con il paradigma One Health, che integra la salute umana, animale e ambientale. Crediamo che per affrontare le sfide sanitarie globali, sia essenziale guardare al benessere delle persone, ma anche al contesto più ampio in cui vivono. L’obiettivo principale della nostra strategia è aumentare le evidenze scientifiche per ridurre il carico di malattie legate a fattori ambientali e migliorare la qualità della vita, in coerenza con le sfide globali emergenti. Ci siamo dotati pertanto di linee di ricerca strutturate per affrontare le principali patologie derivanti dall’interazione tra fattori ambientali e sanitari, con un focus sul miglioramento delle strategie di prevenzione, diagnosi e trattamento delle malattie cardiovascolari e respiratorie. In concreto, ci stiamo concentrando su soluzioni che permettano di monitorare non solo i pazienti, ma anche l’ambiente, così da prevenire e gestire in maniera più efficace potenziali rischi per la salute, il tutto attraverso il Centro Studi delle Patologie Ambientali afferente al DAIRI. Lavorare in rete con esperti di vari settori ci aiuta ad avere una visione completa e a sviluppare strategie più efficaci e sostenibili nel lungo termine. 

5. Quali sono i vostri partner ideali?

Nel contesto odierno, i nostri partner ideali sono rappresentati da piccole, medie e grandi imprese appartenenti a settori strategici come il farmaceutico, i medical devices e le terapie digitali. Il successo della ricerca e delle innovazioni sanitarie dipende in gran parte dalla qualità della collaborazione tra il mondo industriale e il settore sanitario. Solo attraverso una sinergia costante e una condivisione di obiettivi, risorse e competenze è possibile affrontare le sfide globali della salute e ottenere risultati tangibili che possano realmente migliorare la qualità della vita dei pazienti. Questo approccio collaborativo è indispensabile per costruire un futuro sanitario più innovativo, sostenibile e inclusivo.

 

La collaborazione tra istituzioni sanitarie, aziende tecnologiche e comunità scientifiche è fondamentale per affrontare le sfide della salute. Grazie all’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria di essere parte di una rete così dinamica e di valore, guardiamo con entusiasmo ai nuovi orizzonti che ci attendono.